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martedì 25 ottobre 2016

No Man: quattro estratti



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Dal 20 ottobre è disponibile in libreria e su tutti i principali store online il mio primo romanzo, No Man, edito da Leone Editore. 

In questi giorni ho bombardato chiunque mi segua su facebook con foto ed estratti dal libro. Se No Man non è arrivato alle vostre orecchie, due sono le cose: o avete la fortuna di non conoscermi o nello sfortunato caso in cui mi conosciate ho postato sempre quando eravate in situazioni di vita o di morte.

Se ve li siete persi, eccoli qui:


Goodmorning - La città
Uomini di mezz’età, intrappolati in matrimoni asfissianti, la sera lasciano a casa le loro grassocce mogli imbottite di Xanax mentre portano i loro arnesi sudaticci e sotto la media a fare un giro su calde, pelose e sifilitiche giostre. 
Dal tramonto all’alba, ininterrottamente, un esercito di giovani stronzetti giunge in città, baratta le proprie banconote per felicità in polvere o in endovena. Bevono, giocano, perdono: qualcuno va fuori di testa, ad alcuni sono le cervella ad andare fuori dalla testa.

(Prologo - Welcome to Goodmorning)



James Rufini - Un detective

Rufini cambiò canale.

«Bang.»
Un ferro da stiro aveva appena colpito il gattone grigio, mentre il topolino marrone raggiungeva la sua tana. Da piccolo aveva sempre fatto il tifo per il topo, ora gli dispiaceva per il bernoccolo che cresceva sulla testa del micio. Tutti erano contro di lui: i disegnatori, chi scriveva le storie, il pubblico. Ma in fin dei conti, cosa faceva di male? Aveva fame ed era stato preso in quella casa per inseguire una creatura viscida, che tormentava la padrona dalle gambe ciccione, rubava il formaggio e viveva da parassita. Tom, invece, semplicemente faceva il suo dovere e seguiva la sua natura. Nonostante ciò, c’era sempre qualche ferro da stiro, qualche vaso, qualche dozzina di piatti pronti a cadergli in testa proprio quando stava per acciuffare quel maledetto topo, per il quale non si sa perché tutti facevano il tifo. Invece Tom falliva e la padrona, malmenandolo con la scopa, lo cacciava di casa. Tom, poi, se ne andava a vivere in un bilocale di merda, la moglie non rispondeva più al telefono, la figlia cresceva e non voleva parlargli e il suo conto in banca, intanto, era diventato un capezzolo da cui rapaci avvocati succhiavano famelici. Meglio cambiare canale.
(Parte I Capitolo 2 - Quei farabutti di Hanna & Barbera)

Il Barbone
Negli occhi del barbone c’era di nuovo una scintilla, una debole luce, diversa da quella di prima. Nei suoi occhi, c’era il languore di chi ride con mestizia dopo aver subito una beffa: quando un malinconico sorriso è l’ultima carta da giocarsi nella partita contro la vita.
(Parte II Capitolo 12 - Un vecchio ricorda)


Jackie Miller - Un tossico
«Sai il discorso delle opportunità che puntualmente ti fanno appena cominci a crescere? Quello dei treni che passano una volta nella vita e ci devi saltare su? Porco cazzo, non mi è riuscito di prenderne uno. Aspetta. Come cazzo diceva mia madre?» Jackie sbatté le nocche sul tavolo e andò con la mente a un mucchio di anni prima. 
«“Gli appuntamenti col destino” ecco come cazzo li chiamava. Sono stato puntuale come un orologio rotto.»

Le foto sono state realizzate da Marcello Martino. Vi consiglio di seguirlo, potete farlo QUI

P.s. questo post interrompe un lungo silenzio di sei mesi in cui non ho postato nulla, da oggi giuro che riprendo a postare con regolarità.







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