Dopo le regole di scrittura di Elmore Leonard, ecco i consigli di scrittura di uno dei padri del genere horror. Howard Phillips Lovecraft è un autore molto diverso dal protagonista della scorsa "puntata", con un modo di intendere la scrittura per certi versi agli
antipodi. Tuttavia, anche questa diversità di prospettive che può esserci tra due grandi autori rende interessante questo testo.
Nel gennaio del 1920 la United Amateur pubblicò un saggio di Lovecraft, intitolato Literary Composition, in cui l'autore di Providence spiegava agli autori in erba le regole per una buona scrittura.
Nel testo che segue, ho tradotto per intero il saggio di Lovecraft. Manca solo una parte in cui l'autore entrava nel dettaglio dei tipici errori grammaticali in lingua inglese, che ho ritenuto poco utile tradurre per lettori italiani.
Il testo è molto interessante, ma anche piuttosto lungo: se avete a disposizione poco tempo o poca voglia, vi consiglio in particolare di leggere i paragrafi intitolati Narrazione, Narrazione di fantasia, Coesione insieme e coerenza.
Buona lettura.
Grammatica
Weird Tales, gennaio 1942. Contiene "La maschera di Innsmouth" |
Un riesame degli elementi della
grammatica inglese potrebbe essere alieno ai propositi di questa sezione.
L’argomento è acquisito già a scuola, e si presume che sia conosciuto da
chiunque aspiri a essere uno scrittore. È necessario, tuttavia, assicurarsi che
gli esordienti tengano un’affidabile grammatica e un dizionario sempre vicino,
così da poter evitare nei propri scritti quegli errori frequenti che
impercettibilmente corrompono anche il più puro e comune discorso. Come regola
generale, è bene dare un accurato e minuzioso esame critico a tutte le
locuzioni colloquiali e alle espressione di dubbia sintassi, così come a tutte
quelle parole e usi che hanno uno strano o insolito suono. La memoria umana non
è affidabile a lungo, e la gran parte delle menti ospita un numero
considerevole di sottili mancanze linguistiche e rozzezze che si fanno notare
in un discorso qualunque o nelle pagine di un giornale, di una rivista e dei
moderni libri popolari.
Lettura
Nessun aspirante autore deve
sentirsi soddisfatto dalla mera acquisizione di regole tecniche. Come ha
sottolineato la signora Renshaw in uno dei precedenti articoli, “l’impressione
deve sempre precedere ed essere più forte dell’espressione.” Ogni tentativo di
guadagnarsi il lustro letterario deve iniziare dalla lettura giudiziosa, e il
principiante non deve mai smettere di dare la priorità a questa fase. In molti casi, nell’utilizzo di buoni autori
verrà trovata una guida più utile di qualsiasi catalogo di regole. Una pagina
di Addison o di Irving insegnerà più sulle stile di un intero manuale di regole,
mentre una storia di Poe imprimerà nella mente la nozione di una corretta descrizione e narrazione in maniera più vivida e potente di dieci aridi capitoli di un
corpulento manuale. Lasciate che ogni studente legga senza sosta i migliori
scrittori.
È importante anche che i più
scadenti tipi di lettura, se fino a questo momento sono stati portati avanti,
vengano gettate vie. Riviste popolari inculcano uno stile sciatto e deplorevole
di cui è poi difficile liberarsi, e che ostacola l’acquisizione di uno stile
più puro. Se qualcosa del genere deve essere letto, fatelo per sommi capi
prendendoli con quanta più leggerezza possibile. Un’eccellente abitudine per
coltivare la scrittura è uno studio analitico della Bibbia di Re Giacomo. Per
un inglese semplice ma anche ricco e potente, questa magistrale produzione è
difficile da eguagliare; e anche se il vocabolario sassone e la ritmica della
poesia sono inadatti per le composizioni comuni, è un modello di inestimabile
valore per gli scrittori di generi bizzarri e fantasiosi. Lord Dunsany, forse
il più grande prosatore vivente, è strettamente debitore per le sue tendenze
stilistiche alle Scritture.
Lessico
Un effetto estremamente importante
della lettura in generale è l’ampliamento del vocabolario che sempre
l’accompagna. Lo studente medio è gravemente frenato dalla ristretta gamma di
parole tra cui può scegliere, e presto finisce per scoprire che in una lunga
composizione non può evitare la monotonia. Leggendo, il principiante deve prendere
nota del modo vario di esprimersi da parte di un buon autore, e deve tenere a
mente per un uso futuro gran parte dei sinonimi in cui si imbatte. Non deve mai
permettere che una parola sconosciuta passi via senza essere chiarita; con ogni
piccola e coscienziosa ricerca possiamo ogni giorno arrivare a una nuova
vittoria nel reame della filologia, ed essere sempre più pronti per una
elegante e indipendente capacità di espressione. Ma nell’implementare il nostro
vocabolario, dobbiamo fare attenzione a non utilizzare in maniera erronea le
nostre nuove conquiste. Dobbiamo ricordare che ci sono delle sottili
distinzioni tra parole apparentemente simili, e il linguaggio necessita di
essere selezionato con cura e intelligenza. Come appreso dalle indicazioni del
Dr. Blair nelle sue Letture, “Difficilmente in qualsiasi lingua ci sono due
parole che comunicano precisamente la stessa idea; una persona davvero
competente nelle caratteristica della lingua sarà sempre capace di notare
qualcosa che le distingue.”
Elementi basilari
Prima di considerare le varie
categorie formali di una
composizione, è bene sottolineare alcuni elementi
comuni a tutte. Una volta analizzato, in ogni testo scritto sarà evidente come
contiene uno o più dei seguenti principi base: Descrizione, vale a dire un
resoconto di come appaiono le cose; Narrazione, cioè un resoconto delle azioni;
Esposizione, che descrive e spiega con precisione e lucidità; Argomentazione,
che scopre la verità e rigetta l’errore; e Persuasione, che sollecita certi pensieri
e azioni. Le prime due sono le basi della narrativa di finzione; la terza della
scrittura didattica, scientifica, storica ed editoriale. La quarta e la quinta
sono per lo più usate in congiunzione con la terza, nella letteratura
scientifica, filosofica, e politica. Tutti questi principi, tuttavia, sono
solitamente mescolati tra loro. I lavori di finzione possono avere elementi
scientifici, storici o argomentativi; mentre manuali e trattati possono essere
imbellettati con descrizioni e aneddoti.
Weird Tales, dicembre 1936. Contiene "L'abitatore del buio" |
Descrizione
Una descrizione, per essere
efficace, deve richiamare due qualità mentali: osservazione e discernimento.
Molte descrizioni dipendono in fatto di vivacità dall’accurata riproduzione di
dettagli; altre da un’attenta selezione degli aspetti salienti, caratteristici
o significativi.
Non si è mai troppo scrupolosi
nella selezione degli agettivi per una descrizione. È essenziale utilizzare
parole o combinazioni di esse che descrivono con precisione, e che comunicano
esattamente la precisa suggestione alla mente del lettore. Per esempio,
consideriamo la seguente lista di epiteti applicabili alla parola “fontana”,
tratti dal meritevole lavoro di Richard Green Parker sulla scrittura (Aids to
English Composition, 1832, ndt):
Cristallina, zampillante, frusciante,
dal movimento leggiadro, sguazzante, perlacea, gocciolante, traboccante,
gorgogliante, chiara, cinta di erba, cinta di muschio, lastricata di ciottoli,
lussureggiante, sacra, dai margini d’erba, dai margini di muschio, colante,
tenue, cosparsa di rugiada, fluente, delicata, deliziosa, pulita,
irregolare, danzante, arcuata, saltellate, borbottante, bisbigliante,
sussurrante, frusciante, vociante, rigonfia, dolcemente ondeggiante, docilmente
fluente, crescente, scintillante, continua, schiumosa, nata dalla rugiada,
inesausta, inesauribile, mai in calo, mai debole, nata dal cielo, nata dalla
terra, nemica della siccità, che placa la sete, rinfrescante, toccasana per
l’animo, vita della terra, lavante, sontuosa, cibo delle piante.
Per ottenere un epiteto adatto,
ogni volta preciso e indovinato, il giovane autore deve meticolosamente
familiarizzare sé stesso con gli aspetti generali dei fenomeni della Natura,
oltre che con le idee e le associazioni che questi producono nella mente umana.
Immagine tratta dalla serie tv "Ash vs Evil Dead", in cui abbondano riferimenti all'opera di Lovecraft |
Le descrizioni possono riguardare
oggetti, luoghi, animali, e persone.
Una descrizione esaustiva di un oggetto
dovrebbe avere i seguenti elementi:
1. Quando, dove, e come appare;
quando è stato creato o ritrovato; come il tempo ha agito su esso.
2. Nessi storici e tradizionali.
3. Materiale e origine.
4. Misure, forma e apparenza.
5. Analogie con oggetti simili.
6. Sensazioni prodotte dalla vista.
7. Scopo o funzione.
8. Suoi effetti – le conseguenze
della sua esistenza.
Le descrizioni dei luoghi devono
ovviamente variare con il tipo di posto. Per gli scenari naturali, gli elementi
che seguono sono fondamentali:
1. Come appare – all’alba, a
mezzogiorno, di sera o di notte; alla luce delle stelle o della luna.
2. Caratteristihe naturali –
pianura o collina; arido o fittamente coltivato; il tipo di vegetazione; gli
alberi, le montagne e i fiumi.
3. Le opere dell’uomo –
coltivazioni, edifici, ponti; cambiamenti nel paesaggio da lui prodotti.
4. Abitanti e altre forme di vita animale.
5. Costumi locali e tradizioni.
6. Suoni – dell’acqua, della
foresta; delle foglie; degli uccelli; dei cortili; dell’esistenza umana; delle
macchine.
7. Il panorama – la prospettiva su
ogni lato, e il posto stesso com’è visto da lontano.
8. Analogie con altri scenari,
specialmente quelli famosi.
9. Storia e associazioni.
10. Sensazioni prodotte dalla sua
vista.
Una rappresentazione di Cthulhu, la più celebre delle creature ideate da Lovecraft |
Le descrizioni di animali posso
essere fatte così:
1. Specie e stazza.
2. Manto.
3. Singole parti.
4. Dimora.
5. Caratteristiche e abitudini.
6. Cibo.
7. Utilità o pericolo.
8. Storia e associazioni.
Le descrizioni delle persone
possono essere infinitamente varie. A volte un solo virtuoso tocco fa emergere
tutto il tipo e le caratteristiche di una persona, ad esempio quando un autore
contemporaneo come Leonard Merrick suggerisce una logora e trasandata nobiltà
menzionando la combinazione di un cappotto lungo con dei pantaloni di un abito
tweed.
In quest’ambito la suggestione è
un’arma potente, specialmente quando le qualità mentali sono ben delineate.
La modalità deve variare a seconda
dell’obiettivo dell’autore; a seconda di se vuole stimolare il lettore a
immaginarsi la personificazione di un’idea, o se vuole dare un’immagine quasi
fotografica, mentale e fisica, di personaggi chiaramente in vita. In una
descrizione generale, possono essere trovati i seguenti elementi:
1. Apparenza, statura, carnagione,
proporzione, peculiarità.
2. Altre evidenti caratteristiche.
3. Espressioni
4. Grazia o bruttezza.
5. Abiti – natura, gusto,
caratteristiche.
6. Abitudini, eleganza, goffagine.
7. Indole – morale e intellettuale
– ruolo nella comunità.
8. Qualità speciali notevoli.
Weird Tales, maggio 1941. Contiene "Il caso di Charles Dexter Ward" |
Considerando la precedente sintesi,
il lettore deve ricordare che si tratta solo di consigli, e non di regole da
applicare alla lettera.
L’estensione di ogni descrizione
deve essere determinata dal suo posto nell’ambito dell’intera composizione; dal
gusto e dall’adeguatezza. Va aggiunto, che nella narrativa la descrizione non
deve essere portata all’eccesso. L’abbondanza di esse porta all’apatia, quindi
deve sempre essere bilanciata con il rapido fluire della Narrazione, che stiamo
per prendere in considerazione.
Narrazione
La narrazione è il racconto
dell’azione, o della successione degli eventi, sia reali che immaginari, è
perciò la base sia della storia che della finzione. Per essere indovinata e di
successo, richiede un accorto esercizio di gusto e selezione; i punti salienti
devono essere selezionati, e l’ordine del tempo e delle circostanze deve essere
ben tutelato. Si ritiene saggio nella maggior parte dei casi dare alla
narrazione un climax crescente; condurre la narrazione dagli eventi minori a
quelli maggiori, culminando in quell’evento principale su cui la storia è
principalmente fondata, o che rende le altre parti importanti attraverso la sua
importanza. Questo principio, ovviamente, non può essere seguito alla lettera
nella narrativa storica e biografica.
Narrazione di fantasia
Il punto essenziale della
narrazione di fantasia è la trama, che può essere definita come la sequenza
degli eventi designata a risvegliare l’interesse del lettore e la curiosità per
il risultato finale. La trama può essere semplice o complessa; ma la suspense e
il climax da un evento all’altro sono essenziali. Ogni evento in un lavoro di
fantasia deve avere una qualche effetto sul climax o sull’esito finale, e ogni
epilogo che non sia l’inevitabile risultato degli eventi che l’hanno preceduto
è goffo e rozzo. Nessun esempio nella scrittura di fantasia può
eguagliare la lettura accurata e attenta delle storie di Edgar Allan Poe o
Ambrose Bierce. In quei capolavori si può trovare quella sequenza ininterrotta
e quel legame di eventi e quel risultato finale che contraddistingue il
racconto ideale. Osservate come in La caduta della casa Usher ogni singolo
evento presagisce e porta alla tremenda catastrofe e alla sua orribile
suggestività. Poe era un padrone assoluto dei meccanismi del suo
mestiere.
Osservate anche come Bierce sa arrivare ai più entusiasmanti epiloghi da pochi
e semplici avvenimenti; finali che si sviluppano esclusivamente dalle
circostanze precedenti.
Weird Tales, aprile 1926. Contiene "L'estraneo" |
Nalla narrativa di finzione, la
verosimiglianza è assolutamente essenziale. Una storia non può consistere e
non può contenere elementi palesemente lontani dall’ordine quotidiano delle
cose, a meno che quell’evento non sia il principale della storia e in quel caso
va approcciato con una preparazione accuratissima. Nella vita reale, le cose
strane e bizzarre avvengono in maniera occasionale; ma sono fuori posto in una
storia ordinaria, siccome la fiction è una sorta di idealizzazione
dell’ordinario. Lo sviluppo dovrebbe essere quanto più realistico possibile, e
una conclusione debole e che fa acqua dovrebbe essere sempre evitata. Il finale
di una storia deve essere più forte del suo inizio; poiché il finale che
contiene l’epilogo o il culmine, che dovrà lasciare al lettore la più forte
suggestione. Non sarebbe male per l’autore alle prime armi scrivere per primo
l’ultimo paragrafo della sua storia, una volta che ha preparato con cura la sinossi
della trama – come dovrebbe sempre essere. In questo modo sarà in grado di
concentrare il massimo vigore mentale sulla parte più importante del suo
racconto; e se in seguito troverà necessario apportare dei cambiamenti, potrà
farlo facilmente. In nessuna parte del racconto, un’idea o un periodo grandioso
e prorompente deve essere seguita da uno sciatto o prosaico. Questo sarebbe un
anticlimax, e esporrebbe lo scrittore al ridicolo. Notate l’effetto assurdo del
seguente distico – che è, tuttavia, scritto da niente poco di meno che Waller:
“Under the tropic is our language spoke,
And part of Flanders hath receiv'd our yoke.”
Coesione, insieme, coerenza
Sviluppando un tema, che sia
descrittivo o narrativo, è necessario che siano presenti tre elementi
strutturali: coesione, insieme e coerenza. La coesione è quel principio per cui
ogni parte di un componimento deve avere una qualche rilevanza con il tema
centrale. È il principio che esclude
ogni elemento estraneo, ed esige che tutti i fili convergano in direzione del
climax.
Una tipica violazione della
coesione la potete trovae negli episodi di Omero e di altri poeti epici
dell’antichità, così come nelle digressioni di Fielding e di altri celebri
romanzieri; ma nessun esordiente dovrebbe avventurarsi nell’emulare tali
libertà.
La coesione è la qualità che
abbiamo potuto di recente notare ed elogiare in Poe e Bierce.
L’insieme è quel principio che richiede che le
parti più importanti dello scritto occupino posti altrettanto importanti
nell’insieme della composizione, del paragrafo e della frase. È quella legge di
gusto che sostiene che l’enfasi sia posizionata dove ce n’è bisogno, ed è
considerevolmente adatta per un finale d’effetto. Secondo questa legge, il
finale di una storia è la parte più importante, con l’inizio immediatamente
dopo nell’ordine d’importanza.
La coerenza è quel principio che
ragruppa le parti connesse tra loro e tiene slegate altre parti le une dalle
altre. Viene applicato, come l’insieme, all’intera composione, al paragrafo o
alla frase. Esige che gli eventi simili siano narrati senza interruzioni,
l’effetto che ne consegue è un saldo fluire della storia.
Forma del componimento
Pochi scrittori riescono allo
stesso modo nei vari rami della letteratura. Ogni tipo di scritto ha la
propria particolare forma espressiva, basata su un'adeguatezza naturale;
mediamente l’autore tende a specializzarsi in quella forma espressiva che
meglio calza con la sua particolare personalità. Molti, tuttavia, si dedicano a
più di una forma; e alcuni scrittori passano dall’una all’altra forma così come
lo scorrere degli anni produce cambiamenti nei loro processi mentali o nei punti di
vista.
È bene, per l’esperienza e la disciplina, per
lo scrittore agli inizi esercitare sé stesso ad essere competente in ogni forma
dell’arte letteraria. Potrebbe così scoprire quale si addice di più alla sua
mente, e sviluppare potenzialità sconosciute fino a questo momento.
Abbiamo da lontano sondato le più semplici
fasi della scrittura che sono al centro della prosa di finzione e dei saggi
descrittivi. D’ora in poi speriamo che esploriate la scrittura didattica,
argomentativa, persuasiva; per investigare la forza della retorica e
dell’eleganza; e considerare gli aspetti principali della metrica.
È tutto.
Come sempre, grazie per l'attenzione.
Come sempre, grazie per l'attenzione.
Ogni commento, qui o su facebook, è sempre gradito.
Alla prossima.
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